Motherhood
Inaugurazione della mostra di Marina Lubrano
Motherhood è un luogo sicuro.
Un luogo geografico ma privato, raccolto, uno spazio nella natura. Ci abita un sentire profondo, viscerale, animale.
E’ quello spazio racchiuso fra un braccio che si ripiega e stringe a sé un corpo e una spalla che fa da appoggio al capo.
E’ una donna che allunga il velo sulla testa srotolandolo fino a coprire il suo bimbo.
Maternità è quel luogo privato, composto da una serie di sacchi e coperte a farne da perimetro e all’interno un telo per stendersi, per fare tana. E’ arrotondarsi ,farsi ansa, nido col corpo per accoglierne uno vicino.
E’ quel farsi luogo protetto che dà la schiena al fuori, all’incertezza.
Quando disegno immagino di raccontare le madri, come un’archeologa che gratta le superfici, ripulisce dalla polvere il viso e gli abiti, e ne fa riaffiorare i colori usando foto di muri materici come sfondi che ho scattato nei miei viaggi, aggiungendo collage di ritagli di tessuti,
carta, dettagli di tovaglie di plastica comprate nei mercati di altri paesi. Dipingo con pastelli a cera, spezie, colori ad acqua, matite, invecchio, strappo e levigo con carta vetrata, a volte stampo il dipinto, per farlo diventare “altro” e re-intervengo aggiungendo altra materia.
Sono madri, donne che appartengono alla natura, legate alla terra, perché la terra permette loro di testimoniarsi e nell’uscire da muri o da rocce, queste figure riflettono ed esprimono il mio filo conduttore: la voglia di sentirsi al sicuro e di proteggere ,proteggersi, in una costante
gestazione di se stesse, ma anche il bisogno di lasciare dei segni nel mondo e di emergere dagli sfondi.