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Il gioco del grande inizio

E quando le cose cominciano ad accadere, non esitare, non avere paura.
Tira dritto e vedrai, sei tu che accadi, addirittura.


Oh, quante cose vedrai, Dr. Seuss, Mondadori, 2016

A dar retta a Calvino la prima riga di ogni racconto si riferisce a qualcosa che è già accaduto fuori dal libro. Allora noi, amanti delle inversioni e dei cambi di rotta, abbiamo ribaltato l’incessante gioco di rimandi tra dentro e fuori le pagine e ci siamo gettate in un esperimento di scrittura abbozzando l’incipit della nostra avventura, come per comprimere i piani dell’immaginato e del vissuto, del reale e del fantastico: cosa è accaduto per davvero e, soprattutto, cosa accadrà?

Tre penne, tre stili, tre scene (o sceme?)

C’erano una volta tre ragazze che passeggiavano per le strade della periferia nord di Milano. Una camminava immaginando nuove vie per realizzare il suo sogno. Trotterellava fiduciosa e coraggiosa, non passava inosservata, il cambiamento è in atto, Passeggiando giungerò alla porta giusta. Un’altra si aggirava sotto gli alberi circondata da decine di ragazzini pronti a seguirla per la prossima avventura. L’avventura era lì ad aspettare, ma ancora non si era palesata. La terza era in bicicletta, anche lei alla ricerca di qualcosa di travolgente o forse di un luogo in cui riposare e soffermarsi a sognare e condividere.
Un giorno di pioggia successe qualcosa. La prima vide un topolino infilarsi in un bar e lo seguì. La seconda, con tutti i ragazzini, decise di bere un po’ d’acqua in un posto lì sulla strada. La terza per un momento pensò che se avesse continuato ad andare in bici forse non avrebbe notato il luogo in cui fermarsi, quindi entrò nel posto più vicino e familiare. Si ritrovarono lì, intorno ad un tavolo i ragazzini, il topolino, la prima, la seconda, la terza ragazza e la bici parcheggiata fuori. Da lì tutto cominciò. La prima disse che il caffè la mattina non le piaceva e che avrebbe preferito un buon dolce per iniziare la giornata, la seconda andò a prendere il dolce per la prima e chiese alla seconda di uscire a cena con tutti e la terza invitò tutti a montare in bici per dirigersi verso il posto più bello del mondo. Il posto più bello del mondo è la libreria, con il topolino, i ragazzini, la bicicletta, il buon dolce, la cena e le tre ragazze che hanno dato un nome al loro incontro: Scamamù.

In cui alla perfidia del mercato immobiliare milanese si contrappone la serenità delle tre protagoniste che, rimboccandosi le maniche, cominciano a imbastire la loro libreria in un caseggiato di cooperativa.
In cui si alleviano le noie e gli impicci della fase preparatoria con golosi sandwich, caffè lunghi, sigarette e con la composizione di un simpatico ritornello: mamuSCAMAMUsca.
In cui si producono lunghi documenti,  si incontrano capaci architetti, gentili  compilacarte, esperti commerciali e grafiche tuttofare.
In cui smobilia e ammobilia tra chiacchiere e risate.
In cui si firma il grande atto di fronte a un elegante e facoltoso notaio.
E in cui, ogni tanto, si sente un cane abbaiare sotto al tavolo.
Ah… e in cui si assiste a una memorabile festa! 
Ma prima si comprano libri, molti libri e giochi, molti giochi.

” Ma lei si renderà conto … questo quartiere è scoppiato … non le posso più chiedere 170.000 euro al mese! Almeno il quadruplo” …
E la storia cominciò

Erano bionde, erano more? Erano stanche o di buonumore?
Erano alte, erano basse? Erano magre o erano grasse?
Certo è che erano tre, ma cento parevano: altrochè!
Erano svelte, erano pigre? Erano volpi, agnelli o tigri?
Erano attente, precise o distratte? Erano allegre, ridenti, un po’ matte?
Certo è che erano insieme, cercando, imparando a volersi del bene.
Si conoscevano da molto o da poco? Amavano tutte giocare col fuoco?
Avevano intorno famiglie abbondanti? Tenevano in casa bestiacce ululanti?
Certo è che erano amate, accompagnate e un po’ coccolate.
Erano esperte di burocrazie, di grandi traslochi o di pulizie?
Erano edotte d’architetture, volture, contratti, insegne e misure?
Certo è che eran decise ad affrontare imprese improvvise.
Saranno ora pronte a stappare bottiglie? Fotografatele: faranno faville!
Saranno mai pronte a invitarvi ad entrare in un luogo dal quale non vorrete più uscire?
Tra libri, giocattoli, di tutto e di più, segui la rima, ascolta anche tu
inizia la storia di Scamamù.

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