La Stanza (no solo) per sè – sogno o son selfie?
Programma
Ogni incontro è strutturato in una prima parte teorica e in una seconda pratica, in cui si leggono gli scritti che i partecipanti hanno prodotto a casa, su indicazione del formatore che proporrà di volta in volta esercizi e giochi di scrittura.
Durante gli incontri verranno anche offerti alcuni suggerimenti di lettura.
Gli incontri affronteranno i seguenti argomenti:
1) LO STILE È UNO SGUARDO SUL MONDO. Scrivere per conoscersi e per affinare la percezione.
2) VOCI NARRANTI E PUNTO DI VISTA. Scrivere per trovare una voce, se non del tutto vera, almeno verosimile.
3) DALL’IDEA A UNA TRAMA. Scrivere per imparare a delineare una buona scaletta.
4) DIALOGO INTIMO CON I PERSONAGGI. Scrivere per ascoltare le voci che ci abitano.
5) IL RACCONTO BREVE. Lavorare con le immagini.
6) AUTOFICTION E SAGA FAMILIARE. Trovare la storia che ci abita.
7) FANFICTION. Adattare una storia già esistente, smontarla e rimontarla.
8) SCRIVERE PER RAGAZZI. Dare voce all’infanzia. E poter raccontare di tutto.
9) SCRIVERE OGGI UNO YOUNG ADULT. Dare voce all’adolescenza.
10) STILE ED EDITING. Scrivere per riscrivere, e riscrivere ancora.
11) TRASCRIVERE I SOGNI. Scrivere per incontrare l’ombra e la grammatica della notte.
12) GENERI LETTERARI. Scrivere comico, romantico, thriller…
13) SEMINARIO A TEMA.
Tutto quello che devi fare è scrivere una frase vera. Scrivi la frase più vera che sai.
E. HEMINGWAY
Ti sei mai chiesto/a, immerso/a in una vasca da bagno, cosa vorresti ci fosse scritto sulla tua lapide? Hai mai pensato di raccontare in cinque righe la tua biografia con la voce narrante di un cellulare? Hai mai appreso la grammatica della notte?
In questo corso pratico di scrittura creativa puoi far pratica con le tecniche base della narrazione, sbloccare la creatività, sviluppare l’idea per una storia o per un racconto, trovare una voce narrante personale, costruire una trama, tratteggiare dei personaggi, realizzare dialoghi efficaci, migliorare lo stile.
9 ragioni per NON iscriversi
1) Hai un libro nel cassetto ma… non l’hai ancora scritto.
2) Hai qualcosa di forte da dire ma… non trovi le parole per dirlo.
3) Hai una storia che nessuno sa ma… non hai idea di come raccontarla.
4) C’è una persona che odi da sempre ma… non sai che è il tuo personaggio migliore.
5) Usi metafore e similitudini con facilità… come un bambino maneggia un mitra.
6) Pensi che per costruire un dialogo basti… dialogare. E che i sinonimi siano i tuoi oggetti magici.
7) Pensi che fra un buon editing e una buona pulizia del viso non vi sia correlazione.
8) Hai uno sguardo originale sul mondo ma… vorresti far sentire quello vedi quando scrivi. E approfondire il punto di vista narrativo.
9) Scrivi di tutto e dappertutto ma… pensi che tutto sia/è/fosse già stato scritto.
1 ragione per iscriversi
10) Ti piace disperatamente scrivere? Vuoi furiosamente scrivere? Adori follemente
scrivere? Allora non fare storie e racconta la tua storia.
Fine della storia.
Da dove nasce il bisogno di scrivere.
Durante un incontro qualcuno aveva chiesto ad Alessandro Manzoni: “Ma come ha fatto a scrivere i Promessi Sposi?” Lui aveva risposto: “Ci ho pensato”. La scrittura, intesa come bisogno insopprimibile di raccontarsi e raccontare, nasce nel pensiero, nella mente delle persone, prima che sulla pagina o nelle parole che vi si riversano. Prende vita dalle emozioni, dai ricordi, dalle atmosfere, dalle esperienze,
dai libri, dalla scena di un film, da un accordo musicale che plasma l’esistenza.
Oggi molte scuole di scrittura propongono “corsi” dove un docente esperto insegna ad allievi inesperti una serie di tecniche che avvicinano solo in parte al vero cuore della ricerca letteraria: il pensiero, l’immaginazione, un particolare sguardo sul mondo, una voce personale che è nostra e di nessun altro.
Devi toccare con mano il pulsare più profondo delle cose. E la somma di tutto questo sarà la tua filosofia operativa, con la quale, in seguito, misurerai, soppeserai, valuterai e interpreterai il mondo. Ciò che chiamiamo individualità non è altro che questa impronta personale del punto di vista di ogni singolo individuo.
J. LONDON
Questo corso di scrittura è formato da persone in ricerca, dove l’esperto è un facilitatore più che un insegnante, simile all’“ostetrica” di Socrate, che applicando il metodo maieutico, aiuta a estrarre la vera essenza narrativa di ciascuno.
Può dunque costituirsi come uno spazio e un tempo dedicato a noi stessi, che fonda un altro spazio e un altro tempo, dedicato ai nostri personaggi, alle maschere che mettiamo in scena.
In tale prospettiva, il feedback dei partecipanti al gruppo su quanto abbiamo prodotto o anche solo immaginato, non è un giudizio di merito, ma l’incontro privilegiato che ogni scrittore vorrebbe fare con il proprio lettore. Uno scrittore, afferma Stephen King, scrive a porte chiuse, nella solitudine della propria stanza (o della propria cucina? O di uno sgabuzzino?). Ma prima o poi deve aprire quella dannata porta e
farsi leggere, altrimenti che senso avrebbe scrivere?
Regole sregolate. Come trovare uno stile personale.
Violate ognuna di queste regole piuttosto che scrivere qualcosa di barbaro.
G. ORWELL
Ogni autore avverte prima o poi l’esigenza di codificare il proprio stile e la propria visione del mondo in regole di scrittura. Nel web fioriscono pagine che indicano le 7 regole per scrivere un best seller o i 10 segreti per creare un racconto di suspense.
Queste tecniche sono utili e importanti solo se si tiene presente che nella scrittura non esistono dogmi e che per ogni regola è valido anche il suo contrario.
Se per esempio Hemingway individua una regola base della scrittura nella sottrazione, nella scarnificazione della parola per farne risplendere il significato essenziale, lo stesso non può dirsi di Faulkner, autore dallo stile ricco e metaforicamente denso.
La cassetta degli attrezzi, come l’ha chiamata King nel suo impareggiabile On Writing è, però, fondamentale, ma per utilizzarne correttamente gli strumenti, non è necessario soltanto apprendere “come costruire i personaggi” o “come creare una trama avvincente”, ma soprattutto imparare a leggere in profondità. Leggere per scrivere… In un tempo frenetico e digitale come il nostro sono sempre più in pochi a farlo. La cassetta degli attrezzi è tutta lì, nelle opere che ci hanno preceduto o in quelle a noi contemporanee: leggere per scrivere significa approcciare le opere letterarie per carpirne i segreti, smontare un paragrafo, una pagina, un incipit o un intero testo per comprendere perché ha un determinato effetto sul lettore.
Impareremo sì a costruire una trama il più possibile equilibrata e avvincente, personaggi il più possibile “veri”, dialoghi il più possibile credibili, ma una buona tecnica non risolverà ancora la difficoltà più grande che ogni scrittore deve affrontare: trovare la propria voce.
Come trovare la voce giusta.
Non si può scrivere “Ci sentivamo precari come foglie d’autunno”. Le foglie hanno smesso di cadere dopo Prévert e Ungaretti. Occorre inventarsi qualcos’altro. L’unica metafora buona è la metafora nuova (“Ci sentivamo precari come supplenti e sottosegretari”).
B. SEVERGNINI
Scrivo in prima persona, in seconda o in terza? Sembra un po’ come scalare le marce di un’automobile. Si può scegliere, con qualche trucco, di usarle tutte. In qualche caso perfino contemporaneamente. Daniel Pennac scelse, invece, di scrivere da cane.
Non nel senso che scriveva male… Per raccontare la straordinaria avventura di Abbaiare stanca utilizzò con maestria la voce narrante di un cane.
Il tono che caratterizza ciascuno di noi viene da lontano, dall’infanzia e dall’adolescenza, quando i nostri genitori, zii, nonni ci raccontavano una storia. O dagli scrittori che abbiamo amato. Viene da quell’antico “C’era una volta” ed è innanzitutto un fatto di orecchio, cuore e rapporto umano.
Per trovare la propria voce è importante non essere pigri, non fermarsi alla prima idea o parola o aggettivo o similitudine che viene in mente, ma percorrere come un atleta quei cento metri in più che portano al traguardo. Anche se siamo sudati, affaticati, sfiatati. Bisogna calarsi in una miniera buia e un po’ spaventosa, scavare nella spazzatura di banalità, frasi fatte e luoghi comuni, alla ricerca di una gemma
originale, di quel qualcosa che non è stato ancora detto, o è stato detto ma non nel modo in cui lo diremmo noi.
Molte persone che scrivono usano paragoni come questo: “L’uomo aveva gli occhi neri come la notte”. Ma solo un autore che percorre quei cento metri in più potrebbe scrivere: “L’uomo aveva gli occhi neri come il piano di cottura dell’inferno”.
Sì, ma che cosa scrivo? Come trovare la propria storia.
Scrivi quello che senti di dover scrivere, non quello che è popolare o che pensi possa vendere.
P.D. JAMES
Un corso di scrittura aiuta a far emergere la storia che c’è già in noi, ma che è sepolta sotto una cenere di filtri, giudizi e pregiudizi. La storia può essere autobiografica o può narrare vicende di personaggi lontani nello spazio e nel tempo, ma in ogni caso è un modo per guardare da una certa distanza la nostra vita, attraverso lo schermo dell’immaginazione. Assumono un ruolo fondamentale anche le omissioni, il non
detto, quello che non scriviamo e che non vogliamo scrivere, il lato ombra, il cattivo con cui ogni scrittore deve entrare in confidenza: perché i lettori amano più la fragilità di un eroe che la sua forza, amano più le mille volte in cui gli è stato detto no che l’unica volta in cui gli è stato detto sì. E attraverso la debolezza di un personaggio possiamo accettare la nostra e attraverso la sua fatica o i suoi insuccessi accogliere e alleggerire i nostri. In questo senso la favola di Cenerentola è un archetipo dell’umanità.
Il quaderno dei sogni. Come sviluppare una trama realistica o fantastica.
Se una tigre entrasse ora in questa stanza, noi proveremmo paura; ma se sentiamo paura nel sogno, creiamo una tigre.
J.L. BORGES
Un esercizio utile a contattare e sbloccare la creatività è registrare su un quaderno, il mattino appena svegli, i sogni che ci hanno visitato durante la notte.
Bisogna scriverli di getto, senza alcuna preoccupazione formale. I sogni sono un esempio privilegiato di narrazione ed eccellenti maestri di scrittura, perché mettono in scena, secondo uno schema drammatico, personaggi archetipi e maschere. Se si vuole imparare a costruire una trama efficace ecco che i sogni ci vengono in aiuto con i loro fuochi d’artificio ed effetti speciali, colpi di scena, suspense, indizi, inseguiti e inseguitori, epifanie, visioni.
I sogni sono “occhiali” privilegiati per guardare noi stessi “non visti”, protetti dal paravento dei simboli: se ho paura di un colloquio di lavoro e sogno un granchio gigante sotto il mio letto potrò trasformare quella paura in racconto.
Attraverso il sogno narriamo noi stessi proprio perché, come in un romanzo, non siamo del tutto noi stessi, ma un altro personaggio, un “quasi-noi”, in un luogo “altro”, secondo il meccanismo dello spostamento.
Come, dove e quando. Sulla disciplina, la revisione e l’editing.
Non scrivere troppo in un’unica sessione… Non spomparti troppo. Lascia sempre un po’ di lavoro per il giorno dopo… Quando stai ancora procedendo bene e giungi a un punto interessante e sai ciò che accadrà in seguito, è giunto il momento di fermarti.
E. HEMINGWAY
Un corso di scrittura aiuta anche a confrontarsi con altri su aspetti operativi o su alcune domande che non si osano rivolgere agli scrittori: dove e quando trovare il tempo per scrivere? Quante parole scrivere al giorno? Come disciplinarsi per riuscire a finire un libro? Come superare il blocco della pagina bianca o un qualsiasi impasse? Qual è il luogo più adatto per trovare l’ispirazione?
E infine aiuta ad affrontare insieme il lavoro di editing e revisione del testo che è la parte davvero divertente di tutto il processo. Perché scrivere di-verte. Volge altrove, ci fa deviare dalla solita via.
NICOLETTA BORTOLOTTI
candidata al Premio Strega 2023 e inserita con 40 autori nel progetto del Salone del Libro di Torino Adotta lo scrittore (che comporta lo svolgimento di laboratori di scrittura creativa con le scuole) e nei laboratori di scrittura delle periferie del Centro Formazione Supereroi, nonché ottava scrittrice per Reale Mutua e la Notte degli Archivi, nasce in Svizzera, ma vive in Italia, con doppia cittadinanza. Laureata in Pedagogia, da quasi vent’anni redattrice Mondadori, ghost writer e autrice per ragazzi e per adulti, pubblica per le maggiori case editrici, collabora con il supplemento culturale de “La Provincia di Como” e con le riviste letterarie “Letteratitudine” e “Clandestino”. Suoi testi dai libri per ragazzi sono stati pubblicati in antologie scolastiche e tiene webinar e corsi di formazione alla lettura per insegnanti. Suoi testi sono stati inseriti nell’antologia di Vincenzo Todisco dell’Istituto pedagogico del Grigioni per l’apprendimento della lingua italiana.
Ha pubblicato i romanzi per adulti per Sperling & Kupfer Il filo di Cloe ed E qualcosa rimane, ora ripubblicato con Besa Editrice (premio Carver e premio Leonforte); per Mondadori Sulle onde della libertà (finalista al premio Bancarellino), a settembre è in uscita il film tratto dal romanzo; per Einaudi ragazzi la Quadrilogia della Shoah: In piedi nella neve (Primo premio Gigante delle Langhe e Primo premio Letteratura Ragazzi Cassa di Cento), Oskar Schindler Il Giusto, La bugia che salvò il mondo ed Exodus;
per Harper & Collins il romanzo per adulti, fra i primi in Italia a narrare dei 30.000 bambini nascosti in
Svizzera, figli di emigranti, Chiamami sottovoce (premio Corrado Alvaro-Bigiaretti e premio Giuditta,
insieme a Bianca Pitzorno). Grazie a Chiamami sottovoce è stato realizzato un documentario per Rai 3 sui
bambini nascosti; sempre per Harper Collins ha pubblicato Un giorno e una donna, romanzo storico sulla figura di Christine de Pizan, proposto al Premio Strega 2023; per Giunti ha pubblicato Disegnavo pappagalli verdi alla fermata del metrò, storia vera di Ahmed Malis; per Mondadori Contemporanea il romanzo per ragazzi Quelle in cielo non erano stelle (Premio Selezione Bancarellino). Per Gribaudo l’illustrato Il cielo degli animali e L’Accademia dei cacciatori di fantasmi.